Pagina:La Natura.djvu/342

340 la natura

E necessario è pur, che si confessi,
Che quanto avviene in lui tutto si strugga,
63Ciò che a dir mi rimane or quindi ascolta;
E se una volta m’imbarcai tra’ venti,
E pugnano i mugghianti euri di nuovo,
66Lascia che il lor furor cangi e s’acqueti.
     L’altre cose che in terra e in ciel formarsi
Osservano i mortali, allor che spesso
69Pendono con tremante animo, queste
Co ’l terror degli Dei l’alme fan vili,
Le deprimono a terra e le calpestano;
72Chè l’ignoranza de le cause astringe
A fidare agli Dei l’alto governo
Di tutte cose e a ceder loro il regno.
75Poichè color ch’àn giustamente appreso,
Che impassibil gli Dei vivon la vita,
Pur, se miran fra tanto in che maniera
78Si possano formar tutte le cose,
Principalmente poi quelle che osservansi
Su ’l capo nostro per gli eterei campi,
81Tornan di nuovo a’ pregiudizj antichi,
S’impongon da sè stessi aspri tiranni,
Cui, gl’infelici, onnipossenti estimano,
84Ignari come son di ciò che possa
Essere o no, per qual mai legge insomma
Limitato potere abbian le cose
87E intimamente un termine prescrittto: