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libro sesto 339

Tende ciascun; mostrò la via per cui,
Difilati correndo in calle angusto,
36Conseguirlo possiam; quanto di male
Tra le cose mortali ognor sia sparso,
E in molteplice guisa intorno voli,
39O che da natural causa proceda,
O ver da vïolenza; e perchè mai
La Natura in tal modo abbia disposto,
42E da che parte agli uomini convenga
Correre incontro e a ciascun male opporsi;
E provò ancor, che spesse fiate indarno
45Volvonsi de l’uman genere in petto
Parecchie dolorose onde d’affanni.
Poichè come i fanciulli in cieche tenebre
48Van trepidanti e di tutto paventano,
Così temiam noi spesso in piena luce
Di tali cose, che non son per nulla
51Più da temer di quelle, ond’han fra l’ombre
Tema i fanciulli, e a cui dan corpo e vita.
Però, a fugar da l’alma ombre e terrori,
54Non de’ raggi del Sol, non de’ lucenti
Strali del dì, ma de l’aspetto in vece
De la Natura, e di saggezza è d’uopo.
57A tessere co’ versi indi m’affretto
E a trarre a fin l’incominciata impresa.
     E giacchè dimostrai, che son mortali
60Gli eterei templi, e natal corpo ha il cielo,