Tende ciascun; mostrò la via per cui,
Difilati correndo in calle angusto, 36Conseguirlo possiam; quanto di male
Tra le cose mortali ognor sia sparso,
E in molteplice guisa intorno voli, 39O che da natural causa proceda,
O ver da vïolenza; e perchè mai
La Natura in tal modo abbia disposto, 42E da che parte agli uomini convenga
Correre incontro e a ciascun male opporsi;
E provò ancor, che spesse fiate indarno 45Volvonsi de l’uman genere in petto
Parecchie dolorose onde d’affanni.
Poichè come i fanciulli in cieche tenebre 48Van trepidanti e di tutto paventano,
Così temiam noi spesso in piena luce
Di tali cose, che non son per nulla 51Più da temer di quelle, ond’han fra l’ombre
Tema i fanciulli, e a cui dan corpo e vita.
Però, a fugar da l’alma ombre e terrori, 54Non de’ raggi del Sol, non de’ lucenti
Strali del dì, ma de l’aspetto in vece
De la Natura, e di saggezza è d’uopo. 57A tessere co’ versi indi m’affretto
E a trarre a fin l’incominciata impresa.
E giacchè dimostrai, che son mortali 60Gli eterei templi, e natal corpo ha il cielo,