Che nulla non profferse altro che vero;
Onde, se ben da lungo tempo estinto, 9Pe’ divini trovati al mondo sparsi,
L’antica gloria sua levasi al cielo.
Poichè allor ch’e’ si avvide essere a pieno 12E stabilmente provveduto a tutto,
Che necessariamente a l’uom richiede
La sussistenza, e già secura e ferma, 15Per quanto si poteva, esser la vita,
E di onori, di laudi e di ricchezze
Potean gli uomini aver copia ben larga, 18Ed a gloria maggior sorgere i figli,
E pur vivere ognun sempre in affanni
Entro a l’intime case, e con ingrate 21Querele affaticar l’alma e la vita,
E dibattersi ognor tra rischj ed ire,
Comprese allor, che il vizio era nel vase, 24E quanto mai di buon vi si ponesse
Prendea pe ’l vizio suo subito il guasto:
Un po’ perchè il vedea forato e fesso 27Così, ch’empir non si potea giammai;
Un po’ perchè accorgeasi, che qualunque
Cosa in quel s’accogliea, di savor tetro 30Faceasi, a così dir, con esso infetto.
Quindi i petti ei purgò co ’l dir verace;
A le brame, al timore un fin prescrisse; 33Svelò qual fosse il ben supremo, al quale