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libro primo 33

249Veder da te, che s’alimenta e cresce
De la materia sua ciascuna cosa.
S’aggiunge a ciò, che senza la stagione
252Fissa a le piogge non daría la terra
I letifici parti, e senza cibo
Nè propagar, nè custodir la vita
255Qual sia natura d’animal potrebbe.
Onde stimar dèi tu, che fra di loro
Molti germi comuni hanno le cose,
258Come ogni voce ha lettere comuni,
Anzi che dir, che senza seme alcuno
Cosa alcuna del mondo esister possa.
261Perchè infin non potè crear Natura
Uomini tali da passar pe’ vasti
Pelaghi a piè, sveller con mano i monti,
264E vincer molti secoli vivendo,
Se non per questo, che a ciascuna cosa
Che nascer dee certa materia è data
267E fisso è ciò che da lei nascer possa?
Che nulla dunque può venir dal nulla
Confessare dobbiam, quando a le cose
270Uopo è del seme perchè vengan fuori,
Da cui creata possa quindi ognuna
Sorgere a le novelle aure del cielo.
273Poi ch’eccellere infin su’ lochi incolti
Vediamo i colti e per industria umana
Render di pria sempre migliori i frutti,

3 — Rapisardi: Lucrezio.