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32 la natura

222Dove risiede la materia e i primi
Corpi adatti a ciascuna; onde non ponno
Tutte cose da tutte esser prodotte,
225Perchè chiusa in ognuna è specialmente
La propria facoltà. Perchè di fatto
Compier vediam la rosa a primavera,
228Il frumento al calor, l’uva al richiamo
D’autunno, se non chè, certi a lor tempo
I semi de le cose in un correndo,
231S’apre a la luce ogni creata cosa
Allor che la stagion debita viene,
E a le rive del dì porta a salvezza
234La viva terra i suoi teneri frutti?
Chè, se uscisser dal nulla, a spazj incerti
In qualunque stagion vedrían la luce,
237Niun germe essendo, a cui toglier potesse
I fecondi connubj il tempo iniquo.
Nè per crescere infine uopo sarebbe
240Di spazio alcuno a l’unïon de’ semi,
Ove dal nulla avessero alimento;
Anzi verríano i piccioletti infanti
243Giovani ad un sol punto, e sòrti a pena
Da terra s’alzerian gli alberi al cielo.
Chiaro è però che nulla vien dal nulla,
246Quando crescer vediamo a poco a poco,
Qual si convien, da certo seme il tutto,
E serbar la sua specie; onde tu puoi