1479Dal vïolento stropiccío prodotte
Schizzan vive scintille, e pur talora
Fiammeggiando l’incendio alto sfavilla, 1482Mentre cozzan l’un l’altro i rami e i tronchi.
Or a punto da l’una e l’altra via
Puote il foco a’ mortali esser venuto. 1485Indi a cuocere il cibo, a immorbidirlo
Co ’l calor de la fiamma insegnò il Sole,
Già che molte vedean cose pe’ campi 1488Da l’intenso calor domate e vinte
Al flagel de’ suoi rai farsi mature.
E più di giorno in giorno il primitivo 1491Cibo e la vita a trasformar benigni
Con nuova invenzïon mostravan quelli
Che avean prestante ingegno e cor gagliardo. 1494A fabbricar città, fondar castella,
Di presidio a sè stessi e di riparo,
Dier mano i re; spartîr greggi e terreni, 1497E li assegnâro a ciaschedun, secondo
La sua bellezza, il suo valor, l’ingegno:
Però che la beltà molto valea, 1500Molto la forza ed il vigor. Di poi
S’inventò la ricchezza, si trovò
L’oro, che tolse agevolmente il pregio 1503A quei che possedean forza e bellezza;
Perchè l’uom per lo più, ben che sia forte,
Ben che sia di bellezza il corpo adorno,