Pagina:La Natura.djvu/317


libro quinto 317

1479Dal vïolento stropiccío prodotte
Schizzan vive scintille, e pur talora
Fiammeggiando l’incendio alto sfavilla,
1482Mentre cozzan l’un l’altro i rami e i tronchi.
Or a punto da l’una e l’altra via
Puote il foco a’ mortali esser venuto.
1485Indi a cuocere il cibo, a immorbidirlo
Co ’l calor de la fiamma insegnò il Sole,
Già che molte vedean cose pe’ campi
1488Da l’intenso calor domate e vinte
Al flagel de’ suoi rai farsi mature.
     E più di giorno in giorno il primitivo
1491Cibo e la vita a trasformar benigni
Con nuova invenzïon mostravan quelli
Che avean prestante ingegno e cor gagliardo.
1494A fabbricar città, fondar castella,
Di presidio a sè stessi e di riparo,
Dier mano i re; spartîr greggi e terreni,
1497E li assegnâro a ciaschedun, secondo
La sua bellezza, il suo valor, l’ingegno:
Però che la beltà molto valea,
1500Molto la forza ed il vigor. Di poi
S’inventò la ricchezza, si trovò
L’oro, che tolse agevolmente il pregio
1503A quei che possedean forza e bellezza;
Perchè l’uom per lo più, ben che sia forte,
Ben che sia di bellezza il corpo adorno,