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libro quinto 307

1209I fulvi corpi de’ leoni, al paro
Di qualunque altra specie d’animali,
Ch’abbia visceri e sangue e in terra esista,
1212Come succeder può, che la Chimera,
Che con triplice corpo un corpo forma,
A la testa leon, drago a la coda,
1215Sè stessa al mezzo, acute fiamme spiri
Da la bocca e dal corpo? Onde chi finse,
Che nascessero allor bestie sì fatte,
1218Quando era novo il ciel, nova la terra,
Solo appoggiato a questo futil nome
Di novità, molt’altre ciance eguali
1221Cicalar può, favoleggiar, che allora
Fiumi d’oro correan tutte le terre,
Gli alberi s’infioravano di gemme,
1224O tanto ne le membra impeto avea
L’uom nato allor, ch’oltra i profondi mari
Varcar potea d’un salto, e con le mani
1227Tutto d’intorno a sè volgere il cielo.
Poichè il fatto, che molti erano in terra
Germi di cose allor che primamente
1230Ogni sorta animai sparse Tellure,
Non prova in modo alcun, che si potessero
Crear di varie specie esseri misti,
1233E membra d’animali in un congiunte,
Però che l’erbe varie, onde tutt’ora
La terra abbonda, e le diverse biade