885Costantemente riprodur vediamo:
A una data stagion fioriscon gli alberi,
A una data stagion perdono il fiore; 888Nè meno certo è il tempo, in cui l’età
Sforza i denti a cadere e il giovinetto
Corpo a vestirsi di lanuggin molle, 891Ed egualmente a scender da le gote
La molle barba; infin le piogge, i fulmini,
Le nevi, i nembi, i venti in troppo incerte 894Non avvengono già parti de l’anno;
Poichè, dove così furon le prime
Cause dal lor principio, e sì del mondo 897Casuälmente da l’origin prima
S’operaron le cose, or si ripetono
Per conseguenza con norma infallibile. 900Così crescere i dì, scemar le notti
Ponno e la luce divenir più breve
Quando le notti prendono augumento, 903O perchè il Sol medesimo, scorrendo
Sotto e sopra la terra, in cerchj impari
I confini de l’etera distingue, 906E in disugual metà l’orbe divide,
E quel che a l’una de le due sottrasse
Aggiunge a l’altra, a cui rivolge il corso, 909Infin che arrivi a quel celeste segno
Ove il nodo de l’anno a la dïurna
Luce la notte tenebrosa eguaglia: