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libro quinto 289

Così dunque la terra un alïeno
726Corpo non è lanciato a un tratto e imposto
D’altro loco a straniere aure, ma, nata
Con lor del mondo da l’origin prima,
729Parte è di lui, come a noi son le membra.
Se poi da forte tuon la terra è scossa,
Ciò che sopra le sta trema al suo moto;
732Nè scoter lo potrebbe in guisa alcuna,
Se strettamente con le aeree parti
Del mondo e insiem co ’l ciel non fosse avvinta:
735Poichè tai corpi sin da l’età prima
Han comuni radici, ed aderiscono
Sì congiunti fra lor, che fanno un tutto.
738Non vedi pur, che in noi la sottilissima
Forza de l’alma il grave corpo regge,
Perchè giunta è con questo e un tutto forma?
741E che potrebbe mai spingere il corpo
Ad un rapido salto, ove non fosse
De l’animo la forza, che governa
744Le membra nostre? Non ti accorgi omai
Quanto valer possa una tenue essenza,
Ove ad un grave corpo ella sia giunta,
747Come l’aere a la terra, e l’alma a noi?
     Nè può il disco del sole e il suo calore
O maggiore o minore essere troppo
750Di quel ch’a’ sensi appar. Giacchè, se un foco
Può vibrar fino a noi luce, e vapore

19 — Rapisardi: Lucrezio.