Una nebbia leggera, e qual talora 618La stessa terra fumigar si vede;
Ed i vapori che da questa esalano,
Adunandosi in alto e condensandosi, 621Tutto velan di nubi il ciel sereno;
Così il leggero ed espansibil etere
Allor si radunò, si avvolse intorno, 624Si piegò sovra tutto, in ogni dove
Ampiamente si sparse, e tutti gli altri
Corpi così di amplesso avido cinse. 627Gli elementi del Sole e de la luna,
Di cui fra terra e ciel rotan le sfere,
Ebber quindi principio; e non a sè 630La terra mai, nè il sommo etra li attrasse,
Perchè gravi a tal segno essi non erano,
Che in giù spinti posassero; nè tanto 633Lievi da sguisciar su ne’ lidi estremi;
Ma stanno pur fra l’una e l’altro in guisa,
Che i vivi corpi lor movansi, e intanto 636Stieno del mondo inter ferme le parti:
Come succede appunto in noi, che in quiete
Certe membra teniamo ed altre in moto. 639Ritratti dunque tali corpi, a un subito
Si depresse la terra, ove or le vaste
Cerulëe pianure il mar distende, 642E colmò di salate acque gli abissi;
E quanto più d’intorno, in ogni parte