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libro quinto 281

     510Quando oltre a ciò fra lor pugnan le grandi
Membra del mondo in aspra, intima guerra,
Non t’avvisi, che darsi un qualche fine
513[M.]Potrà al lungo certame? O quando il Sole
E il fuoco, avendo tutta l’acqua assòrta,
Sovra a tutte le cose avran l’impero:
516Ed intendono a ciò ben che finora
Giunti non siano i loro sforzi al fine:
Tanto abbondano i fiumi, e dal profondo
519Gorgo del mar tutto inondar minacciano,
Ma invan, chè il vento i flutti spazza e scema,
E li assorbe co’ rai l’etereo sole;
522E confidan, che tutte asciugar l’acque
Possano pria, che de l’impresa al fine
Possan l’acque toccar tanto fra loro,
525Gran battaglia spirando, in pugna eguale
Si guerreggian l’impero; avendo il foco
Vinto una volta; e, com’è grido, un’altra
528Regnato l’acqua in su la terra. Il foco
Ebbe vittoria, e lambì molte, e molte
Cose bruciò, quando il vigor rapace
531De’ cavalli del Sol fuori di mano
Per tutto il cielo e per la terra tutta
Fetonte strascinò; ma di grand’ira
534L’onnipotente padre allor commosso
Con un rapido fulmine dal cocchio