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280 la natura

Ove possano andar quasi e dissolversi
Le cose tutte, com’eterna è a punto
486La somma de le somme, e non ha luogo
Fuori di sè, dove le parti infrante
Balzino, nè vi son corpi che possano
489Intopparla e con valida percossa
Dissolverla. Ma nè solido ha il corpo,
Come insegnai, per sua natura il mondo,
492Già che a le cose è pur commisto il vuoto;
Nè come il vuoto è pur; nè mancan corpi
Che sòrti fuor da l’infinito, a caso
495Con vïolento turbinío scompiglino
Questa somma di cose, o qualtivogli
Altra arrechino a lei clade e periglio;
498Nè di spazio e di vuoto ivi è difetto,
In cui sparger si possano le mura
Del mondo, o ver per forza altra distruggersi.
501Non chiusa dunque è del morir la porta
Al cielo, al sole ed a la terra e agli alti
Gorghi del mar, ma con immane e vasta
504Bocca sta sempre a lor di contro aperta.
Confessar quindi è forza esser native
Queste cose eziandio; nè, di mortale
507Corpo essendo composte, in ver potrebbero
Spregiar finora sin da tempo eterno
Il valido poter d’anni infiniti.