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276 la natura

378Senza cessa però l’aria è prodotta
Da’ corpi, e senza cessa in lor si muta,
Giacchè sappiam, che da le cose tutte
381Costantemente ognor qualcosa emana.
     Anche l’etereo sole, ampia sorgente
Di puro lume, irriga assiduo il cielo
384Di recente candore, e ognor con nuovo
Lume supplisce immantinente al lume:
Perchè il primo che vibra, ovunque arrivi,
387Perde il fulgore. Onde imparar tu puoi,
Che non prima le nubi al Sol frappongonsi,
E ne intercettan quasi i rai lucenti,
390L’estremo lembo lor vanisce a un subito,
E dove i nembi van la terra adombrasi;
Tal che dir puoi, che di splendor novello
393Sempre han d’uopo le cose, e qual sia raggio
Che primo si lanciò, primo perisce:
Nè potríano altrimenti esser veduti
396I corpi esposti al sole, ove egli stesso
Fonte non fosse di continua luce.
Anzi, i lumi notturni in terra accesi,
399Le pendenti lumiere e le corusche
Pingui faci tra fumo atro splendenti
Da la ministra fiamma in simil guisa
402Co ’l lume il lume a riparar si affrettano,
Con incessante tremolío fiammeggiano,
Fiammeggiano, e benchè quasi interrotta,