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274 la natura

324Tutti han nativo e mortal corpo, tutto
Stimar dobbiam d’egual natura il mondo:
Però che tutto ciò, di cui le parti
327E le membra vediamo esser formate
Di natío corpo e di mortal figura,
Deve pur ne l’insieme essere al certo
330E nativo e caduco; onde, se vedo
Consumarsi e rinascere le vaste
Membra del mondo, io ben concluder posso,
333Che similmente anche la terra e il cielo
Ebbero il primo e il giorno ultimo avranno.
     Nè pensar già, che troppo io fui corrivo,
336Quando presunsi, che la terra e il foco
Sieno mortali, e dubbio alcun non ebbi,
Che l’acqua e l’aere anche perir dovranno
339Per sorger poscia e prosperar di nuovo;
Perchè una parte de la terra adusta
Da’ soli assidui primamente e molto
342De la forza de’ piè battuta, esala
Nebbia di polve e nugole volanti,
Che il forte vento in tutto il ciel disperge;
345Parte ancor de le glebe è via portata
Da le piogge dirotte, e da’ radenti
Fiumi le ripe sono pur corrose;
348Scema oltre ciò da canto suo qualunque
Cosa, che di sè stessa altro alimenti;
E, già che lungi d’ogni dubbio appare,