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248 la natura

1392Poichè il cibo e l’umor van dentro al corpo
E certi lochi empiendo, agevolmente
Del mangiare e del ber colman la brama;
1395Ma d’un bel volto e d’un color leggiadro
Fruïr non si concede altro a le membra,
Fuor che sottili immagini: meschina
1398Speme che spesso a noi l’animo invola.
Qual dormente assetato, a cui quell’onda,
Che l’ardor del suo corpo estinguer possa
1401E che brama di ber, non si concede,
Ma sol de l’acqua i simulacri ei trova,
Sì che invan si travaglia, e pur beendo
1404Entro a rapido fiume arde di sete,
Ne l’amore così Venere inganna
Con l’effigie l’amante, il qual nè il corpo
1407Sfamar può co ’l mirar l’amato aspetto,
Nè parte alcuna con la man detrarre
Da le morbide carni, allor che tutte
1410Ansante, irresoluto ei le palpeggia.
E quando alfin, membra congiunte a membra,
Il fiore de l’età godono, e i corpi,
1413Già già l’istante del piacer presentono,
E Venere è lì lì, che i desiosi
Feminei campi a seminar si appresta,
1416S’avviticchian l’un l’altro avidi, in bocca
Confondono le lingue, ansan premendo
Con i denti le labbra, è tutto indarno: