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libro quarto 239

1149Caccia pur, quando soffia, una gran nave
Con grand’impeto, e, sia quanto più vogli
D’essa rapido il corso, un braccio solo
1152La governa su’ flutti; un sol timone
Ove piaccia la volge; anche una sola
Macchina, a via di taglie e di girelle,
1155Con lievissimo sforzo enormi e molti
Pesi, in moto ponendo, alto solleva.
     Or come avvien, che una serena quiete
1158Entro a le nostre membra il sonno irrighi,
E le cure del cor sciolga dal petto,
Con soavi dirò più che con molti
1161Versi, poi che del cigno il breve canto
Più grato è del clamor ch’alzan le grue
E fra l’eteree nubi Austro disperde.
1164Tu il fino orecchio e l’animo sagace
Dammi fra tanto, a ciò a negar non abbi
Che possibile sia ciò che ti dico,
1167E, rigettando il mio parlar verace,
Non ti parta da me, quando tu stesso
Ne l’error sei, nè de l’error ti avvisi.
1170Quando l’alma dispersa per le membra
Parte fu spinta ad esalare, e parte
Ricacciata ne l’intimo del corpo
1173Si riconcolse, allor sen viene il sonno;
Poi che a la fine allor tutte si sciolgono,
E languiscon le membra. E, già ch’è certo