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libro quarto 237

1095Ma più dagli animali escir ne denno,
Perchè, essendo dal moto esercitati,
Molti n’esalan per la bocca, allora
1098Che stanchi ansano, e molti anche dagl’intimi
Tessuti espressi co ’l sudor ne mandano.
Quindi il corpo si fa raro, le basi
1101De la natura sua vacillan tutte,
E succede il dolor. Quindi alimento
Prendesi a ciò che, dentro al corpo infuso,
1104Ricrei le forze, i muscoli sostenga,
E per le vuote membra e per le vene
Colmi del manicar la brama ingorda.
1107Così pure l’umor corre a le parti
Che richiedono umor, dissipa i molti
Semi d’ardor, che accumulati apportano
1110Ne lo stomaco incendio, a mo’ di fuoco
A l’appressar del liquido li estingue,
E fa sì, che il calor più lungamente
1113Gl’inariditi muscoli non bruci.
Eccoti dunque, che così s’ammorza
Nel corpo nostro l’affannosa sete,
1116Così la brama del mangiar si appaga.]
     Or come avvien dirò che andar si possa
Quando vogliam; com’è che a noi sia dato
1119Mover le membra in vario modo; quale
Sia la forza per cui spinger possiamo
Del corpo nostro il grave peso; ascolta.