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232 la natura

De’ simulacri, onde la vista è mossa,
963Vedo, a esempio, un leon, concluder lice
Che mossa in egual modo anche è la mente,
La qual vede il leone e ogni altro obietto
966Sol per via de l’effigie, al par degli occhi
Nè più nè men; se non che più sottili
I simulacri son ch’ella discerne.
969Nè per altra ragion la mente veglia,
Quando si sparge per le membra il sonno,
Se non perchè quei simulacri stessi,
972Che vegliando movean gli animi nostri,
Or li movono a tal, che realmente
Veder crediam colui, che tolto al giorno
975Già de la morte e de la terra è preda.
E ciò per natural legge succede,
Perchè, essendo dal sonno il corpo avvinto,
978Tutti in tutte le membra i sensi han posa,
Nè ponno il falso confutar co ’l vero.
La memoria, oltre a ciò, langue sopita,
981Nè oppone che già sia morto e distrutto
Quei che ancor vivo di veder ne sembra.
Del resto non è già mirabil cosa,
984Che i simulacri movansi, e le braccia
Dimenino a misura e l’altre membra;
Come talora noi vediam ne’ sogni
987Che le immagini fan: però che, dove
Una d’esse svanisce, e con diverso