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libro quarto 231

Poi che vagan qua e là le specie tutte
936Di simulacri, e dentro a l’aria istessa
Parte nascon da sè, parte si staccano
Da ogni specie di corpi, altri, accozzandosi,
939Di varie forme fan sola una forma:
Però che certo d’un Centauro vivo
L’immagin sua non vien, quando giammai
942Tal razza d’animale unqua non visse;
Ma, se d’un uomo e d’un destrier s’incontrano
Per avventura i simulacri, a un subito
945Aderiscon tra sè, come abbiam detto,
Per l’essenza e il tessuto assai sottile.
L’altre immagini strane a questa simile
948Si producono sempre in simil guisa;
E, per l’estrema leggerezza essendo
Velocissimamente in aria tratte,
951Come innanzi mostrai, basta un sol colpo
Perchè qualunque più sottile immagine
Mova l’animo nostro agevolmente;
954Già che tenue è la mente e a meraviglia
Mobile anch’essa. E che, com’io ti dico,
Avvenga ciò, facil tu puoi da questo
957Argomentarlo: infin che si somiglia
Ciò che con gli occhi e co ’l pensier vediamo,
È necessario, con egual processo
960L’un fenomeno e l’altro esser prodotti.
Giacchè dunque mostrai, che mercè solo