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222 la natura

693E se breve è lo spazio, onde ciascuna
Voce si parte al punto ov’essa arriva,
Chiare udir le parole e a parte a parte
696Distinguerle possiam, poi che ciascuna
Ritiene ancor sua forma e sua struttura;
Ma, se più del dover lungo è lo spazio
699Che s’interpone, è forza allor confondansi
Le parole pe ’l tanto aere, e la voce,
L’aure nel trasvolar, si decomponga:
702Avvien però, che udire il suon tu puoi,
Non discevrar de le parole il senso:
Sì la voce a te giunge e guasta e fioca.
705Talora, in oltre, una parola escita
Di bocca al banditor le orecchie scote
D’un’intera assemblea: dunque una sola
708Voce si sparge in molte voci a un tratto,
Se in ogni orecchio si divide, e il chiaro
Suono e la forma di quel motto imprime.
711Ma parte de le voci, orecchio alcuno
Non incontrando, oltre portata indarno
Dissipata per l’aure si disperde;
714Parte in solidi corpi urta, e respinta
Così fa il loco risonar, che spesso
La simiglianza de la voce inganna.
717Se questo intendi ben, non che a te stesso,
Rendere agli altri la ragion potrai,
Come le rupi in solitarie piagge