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214 la natura

477Che fa lana gittata entro a la fiamma;
De la luce però s’orna e si spoglia
Facilmente la terra, e d’ombre nere
480Facilmente del par tutta si terge.
     Nè direm già, che qui s’ingannan gli occhi:
Poi che dovunque sia l’ombra e la luce
483Spetta a loro il veder, ma se la stessa
Sia questa luce o no, se la stess’ombra,
Ch’era qui poco innanzi, or passi altrove,
486O avvenga ciò che abbiam testè pur detto,
Ciò la sola ragion discerner deve;
Nè scovrir le cagioni agli occhi è dato.
489Non voler dunque attribuïre agli occhi
Questo difetto de la mente. Corre
La nave che ci porta, e par che stia;
492Quella che ferma sta crediam che vada,
E via fuggir vertiginosi a poppa
Colli e campagne, mentre a gonfie vele
495Voliam su ’l mare e li lasciamo a tergo.
Sembra pur che nel cupo etra confitti
Stieno gl’inoperosi astri, e in assiduo
498Moto son tutti, già che ognun si leva,
E, misurato il ciel co ’l radiante
Disco, ritorna a’ suoi lontani occasi.
501La luna e il Sol così ne paion fermi,
Mentre chiaro il lor moto indica il fatto;
Monti, visti da lungi in mezzo al mare,