1086E raccendere in noi di vita il lume,
Nulla ne apparterrebbe anche tal fatto,
Quando interrotta fu solo una volta 1089La memoria di noi. Di quel che fummo
Nulla or più n’appartien, nulla ne affanna;
Perocchè, se tu guardi a l’infinito 1092Spazio còrso dal tempo e a’ varj moti
De la materia, agevolmente allora
Creder potrai, che questi atomi stessi 1095Furon già ne lo stesso ordin composti,
Come ora sono, e d’onde abbiam la vita;
Nè serbiamo di ciò memoria alcuna, 1098Perchè la vita fu interrotta, e i moti
Tutti da’ sensi errâr qua e là dispersi.
E infatti per soffrir miseria o morbo 1101Esistere si dee certo in quel tempo,
Che il minacciato mal coglier ci possa:
Ma la morte ciò toglie, ed impedisce 1104Che ancor viva colui sovra al cui capo
Lo stuol de’ mali accumular si possa;
Concluder dunque ben si può, che nulla 1107Paventare dobbiam noi da la morte;
Nè infelice esser può chi più non vive,
Nè punto differir quei che non nacque 1110In tempo alcun da quello a cui fu tolta
Da la morte immortal la mortal vita.