1059Colpe l’addenta. Aggiungi a questo il bieco
Furor proprio de l’animo, l’oblio
De le cose, e le negre onde vi aggiungi 1062Del profondo letargo in cui s’immerge.
Nulla dunque è la morte e a noi non spetta,
Quante volte mortal l’alma si estimi. 1065E come già non fummo in nulla afflitti
Ne la trascorsa età, quando d’ovunque
Le puniche irrompean turbe al conflitto, 1068E, al tumulto di guerra orrido scosso,
Tremò sotto a le plaghe alte de l’etra
Il mondo, incerto a qual de le due genti 1071De la terra e del mar toccasse il regno,
Così allora che noi più non saremo,
E del corpo e de l’anima distrutta 1074Sarà quell’armonia per cui si vive,
Certo accader nulla potrà, che i sensi,
Quando più non sarem, toccar ne possa 1077Onninamente, nè se al mar la terra,
Nè se si confondesse il mar co ’l cielo.
Ed ove pur, dal corpo nostro sciolte, 1080Abbiano senso alcun l’alma e la mente,
Nulla a noi fa, che dal connubio acconcio
De l’anima co ’l corpo abbiam la vita. 1083Nè se il tempo raccogliere potesse
Dopo la morte la materia nostra
E riporla così com’ora è posta