Sfasciata da l’età su lei rovini?
Ma un essere immortal rischj non teme. 1008È ridicolo poi, che a le veneree
Congiunzïoni e de le belve a’ parti
Pronte l’anime stieno, ed immortali 1011Come sono, in gran folla, un mortal corpo
Aspettino e si affrettino e contrastino
A chi possa di loro entrar la prima; 1014Se pure, ad evitar dispute e risse,
Tali patti non han l’alme sanciti,
Che, qual di lor giunga la prima a volo, 1017Prima a ficcarsi dentro abbia diritto.
Esser non ponno, in oltre, alberi in cielo,
Nubi nel salso mar, pesci ne’ campi, 1020Non sangue ne le legna, umor ne’ sassi:
Tutto ove nasca e viva ha proprio il loco.
Lo spirito così, senza del corpo, 1023Nascer solo non può, nè può dal sangue
E da’ nervi per sè viver diviso.
E se potesse? A più ragion nel capo, 026O ne le spalle, o ne’ calcagni estremi
Viver potría de l’animo la forza,
O in qual’altra sia parte ingenerarsi; 1029Finalmente potría ne l’uomo stesso
Nel suo vase restar dopo la morte.
Ma, poi che certo e stabilito il loco