900A ogni modo però stimar si deve,
Che d’origin non son l’anime esenti,
Nè da la legge del morir disciolte: 903Poichè, nè dal di fuor nel corpo nostro
Introdotte potrían sì strettamente
Unirsi a lui, nè, sì tra lor contesti, 906Par ch’escirne potrían del tutto illese,
E da l’ossa, da’ muscoli, da’ nervi
Districarsi ed andar libere e sane. 909Chè, se tu credi, che di fuor trasfusa
L’anima per le membra a noi trapeli,
Tanto più perir dee fusa co ’l corpo; 912Poichè ciò che trapela si dissolve,
Dunque perisce. E come il cibo, sparso
Pe’ meati del corpo, in ogni membro 915In tutti gli arti penetrando, muta
La sua natura, e altre sostanze appresta,
Lo spirito così, ben che nel novo 918Corpo infondasi inter, pure si scioglie
Nel penetrar, mentre per ogni via
Spargesi per le membra ogni sua parte, 921Da cui si crea quest’animo, che, nato
Di quel che già perì negli arti sparso,
Su tutto il corpo nostro or signoreggia. 924Però non par, che di natal sia priva,
Nè sia di funeral l’anima esente.