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172 la natura

873Perchè mai rimembrar noi non possiamo
La precedente età ch’ella ha vissuto,
Nè serbiam di sue gesta orma veruna?
876Chè, se la sua virtù cangiasi tanto,
Che de’ suoi fatti ogni memoria perda,
Allora, a creder mio, molto lontano
879Da lo stato di morte essa non erra:
Forza t’è quindi confessar, che l’anima,
Che fu prima, si estinse, e al corpo insieme
882Creata è quella ch’or nel corpo esiste.
     In oltre ancor, se in noi, compiuto il corpo,
Co ’l suo vivo poter l’anima entrasse,
885Proprio allor che nasciamo, e in su la soglia
Ci affacciam de la vita, uopo sarebbe,
Non già, che insiem co ’l corpo e con le membra
888E ne lo stesso sangue ella crescesse,
Come pure vediam, ma sola e quasi
In prigion converría, ch’ella vivesse
891A sè stessa e per sè; tal che dal senso
Tutto il corpo qual è stèsse lontano;
Al che sta contro il manifesto fatto:
894Poi ch’a’ visceri, a’ polsi, a’ nervi, a l’ossa
Si attacca ella così, che anch’essi i denti
Han parte al senso, come allor si mostra
897Che qualcosa mordiamo, o che la fredda
Acqua li agghiadi, o stridan stritolando
Un aspro sassolin nel cibo ascoso.