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libro terzo 161

576Poichè, se il corpo, ch’è come il suo vase,
Sconquassato da colpo, o fatto raro
Per gran sangue sottratto a le sue vene,
579Più frenarla non può, chi fia che creda
Che alcun aere frenar l’animo possa,
L’aer, del corpo uman più raro assai?
     582Mostra il senso, oltre a ciò, che in un co ’l corpo
L’anima nasce, e con lui cresce e invecchia:
Al corpo del fanciul tenero e infermo
585La debil forza del pensier risponde;
Poi, quando cresce e più divien robusto,
Lo spirito e ’l giudicio in lui pur cresce;
588Ma allor che il corpo da l’etade affranto
Perde il forte vigore, e illanguidite
Vacillano le membra, il senno zoppica,
591Intartaglia la lingua, si fa labile
La memoria, e così tutte ad un’ora
Sceman le forze e mancano. Se dunque
594Vediam, che l’alma in un co ’l corpo nasce,
Con lui cresce, e con lui, sì come ho detto,
Fiaccata da l’età langue, conviene
597Che la sostanza sua tutta si sciolga,
Qual fumo a le leggere aure del cielo.
     Se vediamo, oltre a ciò, che, come il corpo
600Soffre atroci dolori e morbi orrendi,
Aspri affanni così, lutti e paure
L’animo soffre, è ben mestier che questo

11 — Rapisardi: Lucrezio.