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libro terzo 147

201L’anima: di pallor, di sudor tutto
Spargesi il corpo, la lingua balbetta,
Manca le voce, annebbiansi le ciglia,
204Zufolano gli orecchi, si disciolgono
Gli arti, e svenirsi di terror vediamo
Gli uomini non di rado; onde chïunque
207Argomentar ne può, che con lo spirito
È l’anima congiunta, e allor che questa
Da la forza de l’animo è percossa,
210Subitamente il corpo urta e percote.
     Questa stessa ragion chiaro ne insegna,
Ch’anima e spirto han corporal natura:
213Chè, se spinger le membra e il corpo scuotere
Dal sonno e il volto tramutare e tutto
Regger l’uomo e voltar vediam che ponno,
216E chiaro appar, che di codesti effetti
Possibile non è ch’uno s’avveri
Senza del tatto, e dove non è corpo
219Tatto non è, dir non si dee, che constano
Di corporea natura anima e spirito?
Oltre a questo, egualmente e in un co ’l corpo
222Consentire e soffrir l’animo vedi
Nel corpo nostro. Se la forza orrenda
D’un dardo tra spaccate ossa e squarciati
225Nervi a dentro si caccia e non uccide,
Pur ne segue un languor molle che a terra
Ne accascia; e a terra un turbinío si genera