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libro terzo 143

93Co ’l civil sangue la fortuna accresce,
Strage a strage aggiungendo, avido addoppia
I beni, al triste funeral fraterno
96Barbaro esulta, e da le mense istesse,
De’ consanguinei suoi trepido aborre.
Per lo stesso timor sovente ancora
99Lo macera l’invidia, allor che vede
Ammirato e potente a lui dinanzi
Altri inceder superbo in grandi onori,
102E sè ne l’ombra e giù nel fango avvolto.
Quinci al desio di gloria e di scolpiti
Sassi immolansi alcuni; e a tal sovente
105Per tema di morire un così fatto
Del sole e de la vita odio li prende,
Che piangendo nel cor si dan la morte,
108Immemori, che fonte a’ loro affanni
È sol questo timore, il qual corrompe
Ogni pudor, de l’amicizia i nodi
111Spezza, e in gran frode la pietà converte:
Perchè a schivar gli abissi acherontei
Già spesso l’uom tradì patria e parenti.
114Poichè come i fanciulli in cieche tenebre
Van trepidanti e di tutto paventano,
Così temiam noi spesso in piena luce
117Di tali cose che non son per nulla
Più da temer di quelle, ond’han fra l’ombre
Tema i fanciulli, e a cui dàn corpo e vita.