Pagina:La Natura.djvu/141


libro terzo 141

39E un sacro orror; chè la Natura alfine
Tutta per tua virtù, nuda e raggiante
Da tutte le sue parti a noi si svela.
     42Or, poi che già insegnai di tutte cose
Quali i principj sien, quanto difformi
In moto eterno e per lor proprio impulso
45Vadan volando, e come mai da loro
Tutte possan le cose esser formate,
Sembrami, dopo ciò, che da’ miei versi
48La natura de l’alma e de la mente
Spiegar si debba, e via cacciare in bando
Quel terror d’Acheronte, il qual da l’imo
51De’ fondamenti suoi turba la vita,
Di mortale squallor tutto ricopre,
Nè lascia voluttà limpida e pura.
54Chè gli uomini, benchè dican sovente
Essere i morbi ed un’infame vita
Più da temer del Tartaro funesto,
57E saper che di sangue, o ver di vento,
Se mai così lor volontà comporti,
È l’essenza de l’alma, e quindi alcuno
60De la nostra scïenza uopo non sente,
Giova avvertir, che per desio di lode
Si millantan così, più che per vero
63Convincimento. Da la patria terra
Esuli, dal civil vivere esclusi,
Marchiati il fronte di condanna infame,