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libro secondo 135

1488Sostener tutte e sostentar le deve;
Ma invan; giacchè, nè quanto basti ponno
Mai le vene assorbir, nè quanto è d’uopo
1491Somministra Natura. Ed è già fiacca
La vita; già spossata crea a stento
Piccioletti animali essa la terra,
1494Che già creò tutte le specie, e corpi
D’immani belve partorì. Chè certo
Non dal cielo, io mi penso, un’aurea fune
1497Le mortali calò specie su’ campi,
Nè il mar co’ flutti flagellante i sassi
Le procrëò, ma questa terra stessa
1500Le generò, ch’ora da sè le pasce.
Essa in oltre creò prima a’ mortali
Da sè nitide biade e bei vigneti,
1503Essa i frutti soavi e i paschi ameni,
Ch’or co ’l nostro lavoro a mala pena
Crescono; e buoi consumïamo e forze
1506Di agricoltori, e logoriamo il ferro,
Poichè a fatica a l’alimento nostro
Son bastevoli i campi: avari tanto
1509Dopo lungo lavor crescono i frutti.
E già il capo scotendo assai sovente
Il vecchiarello zappator sospira
1512D’aver più sempre consumata indarno
L’opra de le sue mani; ed il presente
Tempo paragonando al tempo antico,