1461Poichè certo è mestier che si conceda
Molti atomi fuggir via da le cose,
Molti fluir, ma molti ancora è forza 1464Che vi accedan, finchè non abbian tòcca
Del crescimento lor l’ultima cima.
Indi le forze e il vigor già maturo 1467A poco a poco infrange, e peggiorando
Corre l’età: chè quanto ha più di mole
E d’ampiezza una cosa, il crescer tolto, 1470Tanto più corpi ella diffonde e caccia
Per tutte quante le sue parti in giro;
Nè facilmente e quanto sia bastevole, 1473Però che larghi efflussi ognor tramanda,
Le si comparte ne le vene il cibo,
Onde supplire e rinnovar mai possa 1476Quel cotanto che perde. A ragion dunque
Periscono le cose, allor che rare,
Emanando, son fatte, e agli urti esterni 1479Soccombon; poi che a lungo andar difetta
Il cibo alfine, e i corpi esterni, avversi
Non cessan mai dal martellar le cose, 1482Fin che l’abbian con gli urti infrante e dòme.
Così dunque espugnate a poco a poco
In fragili ruïne anche cadranno 1485Tutte intorno le mura alte del mondo;
Però che tutte ristorar le cose
Il cibo dee, rinnovellando, il cibo