Ma non pensar però, che di colore 1089Sieno ignudi soltanto i corpi primi,
Chè da tepore, da calor, da freddo
Son pur divisi onninamente, e sterili 1092Di suon, vuoti d’umori errano intorno,
E niun mandano odor dal proprio corpo.
Come quando un licor blando componi 1095D’amàraco, di mirra e fior di nardo,
Che odor nettareo a le narici esali,
Cercar dèi pria, quanto possibil fosse, 1098Dolce sostanza d’inolente oliva,
Che non mandi a le nari aura nessuna,
Perchè non faccia co ’l sentor maligno 1101Sperder gli odori in sè misti e concotti;
Tal dènno i semi in generar le cose,
Già che nulla di sè mandar non ponno, 1104Non compartire alcun lor proprio odore,
Nè suono e perciò pur sapore alcuno,
Nè freddo, o caldo, o tiepido vapore, 1107Od altre qualità; le quali essendo
Così che fan che di mortal natura
Constin le cose, di natura molle 1110Le fluide, di sostanza corruttibile
Quante han fragili tempre, e le porose
Di raro corpo, è forza pur che tutte 1113Sien da’ semi disgiunte, ove si voglia