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116 la natura

981Chè un immutabil che forza è che resti,
Perchè tutto non torni a pien nel nulla:
Perocchè tutto, che da’ suoi confini
984Esca mutato, essenza cangia e muore.
Schiva però dal dar colore a’ semi,
Perchè ogni cosa non ti torni al nulla.
     987Se niuna specie di colore in oltre
Vien data a’ semi, ed han forme diverse,
Onde qual sia color nasce e si muta,
990E importa quindi assai come sian posti
Ed a quali commisti, e quali moti
A vicenda fra sè diano e ricevano,
993Facile ed improvviso addur tu puoi
La ragion, perchè ciò che poco innanzi
Nero apparì divenir possa a un tratto
996Di marmoreo candor, sì come il mare,
Quando sconvolgon l’onde euri gagliardi,
Di marmoreo candor fa bianchi i flutti;
999Però che dir potrai, che ciò che spesso
Nero vediam, dove commista alquanto
Sia la materia e l’ordine scomposto
1002Dei suoi principj, e alcuno aggiunto o tolto,
Spesso avvien che si veda albo e candente.
Chè, se il mar fosse di cerulei semi,
1005Biancheggiar non potrebbe in guisa alcuna;
Poichè, comunque tu sconvolga un corpo,
Che sia ceruleo, non sarà già mai