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colo. Ho dunque servito ad un tempo alla brevità, alla chiarezza, ed all’eleganza quanto ho potuto farlo. Ho citato Euclide il gran maestro degli elementi. Dove occorrono proporzioni, i numeri delle proposizioni ch’io cito, son quelli del Tacquet. La ragione di ciò è, che questo libro e più nelle mani di tutti, che l’antico testo d’Euclide. Ho posti in carattere più grande i paragrafi, che serviranno maggiormente agli artisti. Chi ne vuole la dimostrazione, deve leggere tutto il libro. Chi non vuole che la parte pratica, potrà omettere quanto è stampato in minor carattere. Ciò lo faranno gli artisti; lo farà chi non vuole che divertirsi col compasso. A questo genere di divertimento ho assegnati molti problemi tratti da Pappo, dall’Ozanam, dal Simpson e da altri, che ho messi nel libro undecimo. Ecco tutto ciò che io aveva a dire a’ miei lettori sopra questa Geometria del Compasso, che loro presento, la quale per la costruzione de’ suoi problemi è la più semplice e la più elementare geometria che aver si possa; e che da nissuno finora, ch’io sappia, s’era toccata.