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m’assistiva molto in simil genere di ricerche; m’aggirai per altre strade quasi semplicemente geometriche, che io quì indicherei se giovasse; ma siccome io non ho tenuto gran fatto una traccia costante nel mio cammino, e devo molto all’accidente, che dopo varj andirivieni di ripieghi diversi, m’ha presentato, e non sempre così prontamente il risultato ch’io bramava, così non ne dirò nulla. Forse altri potrà speculare un filo in questa dottrina, che conduca per ordine da un problema all’altro, e che se si fosse scoperto da principio, avrebbe facilitata ed abbreviata l’invenzione.
II primo saggio della mia riuscita l’indirizzai due anni fa con una lettera inserita nel Giornale Brugnatelli all’eccellente artista il cittadino Annibale Beccaria, allora patrizio milanese, ed ora municipalista e socio dell’istruzione pubblica, il quale all’esser fratello del celeberrimo autore de’ Delitti e delle Pene aggiunge la gloria vera e propria d’eseguire, qualor gli piaccia, finissimi stromenti di matematica. Quel