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Nell’anno 1872 un Consorzio degli Istituti di credito si costituiva in Genova, per addivenire alla costruzione di una ferrovia, che, per le valli del Bisagno e della Trebbia, allacciasse direttamente Genova a Piacenza.

Sin da quel tempo, ed è ornai trascorso un quarto di secolo, gli accorti rappresentanti del commercio genovese intravedevano i futuri bisogni, e il Consorzio ordinava il progetto di dettaglio della nuova linea all’Ingegnere Soldati, che lo presentava ai committenti il 28 febbraio del 1874.

Quel progetto, quantunque compilato da un tecnico, la cui competenza in materia è fuori di questione, risentiva i tempi. Vi si riscontrano pendenze sino al 25‰, usando le quali ben si comprende come altre difficoltà di percorso e quelle economiche di costruzione si possano facilmente superare.

E così il progetto misurava all’incirca 123 chilometri fra le due città; aveva la massima galleria di soli 3930 m.; il tracciato saliva ad un’altitudine di 744 m., e dal Bisagno per passare in Trebbia entrava nella testata di Scrivia, ossia nella valle del Laccio.

Il progetto non ebbe fortuna.

Un altro tentativo, da parte questo della Provincia di Pavia, nell’anno 1875, per volgere il tracciato per valle di Staffora da Voghera anziché da Piacenza, non fu più fortunato.

L’idea di una succursale della ferrovia dei Giovi sorse in