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illustre uomo di guerra dell’evo moderno, Napoleone I, che, discorrendo delle operazioni di Scipione contro Annibale e del suo congiungimento con Manlio a Piacenza, lasciò scritto:

«Là era meravigliosamente postato per arrestare i Cartaginesi.» Egli doveva certamente rammentare questa fase della seconda guerra punica, quando da Genova indicava la traccia della strada rotabile, che, superando il valico della Scoffera, doveva per Val di Trebbia raggiungere il Po a Piacenza.

È il medesimo tracciato di Napoleone il Grande, adattato ad una ferrovia moderna, quello che oggi noi vogliamo, e che, mentre felicemente risponde alle imprescindibili necessità del commercio, corregge il difetto di quella grande posizione, la deficenza cioè delle retrovie, e più precisamente la mancanza di una strada ferrata, che direttamente la congiunga alla fortezza di Genova.

E, ciò facendo, prepareremo altresì un’opera futura di una indiscutibile importanza militare, una ferrovia interna per la valle di Fontana, buona alla Spezia, parallela alla costa, sicura dagli insulti da mare.

Potrà venire un giorno, e sarà un giorno fortunato, che la ferrovia Genova-Piacenza, un’intrapresa pacifica, chiamata a dare il pieno svolgimento al commercio del primo porto del Regno, riesca, nell’eventualità di una guerra combattuta nella valle del Po, ad assicurare le sorti d’Italia.

1914