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e il nostro ridotto a 570 m., riuscirà evidente come da una così spiccata differenza risulterà che la linea Genova-Casella-Montebruno-Piacenza dovrà avere una lunghezza, virtuale assai maggiore che non quella proposta dal nostro Comitato.

Queste ragioni non sono le sole che dimostrano come quella proposta, se potrebbe essere ottima per una linea locale, non risponde alle esigenze di una grande arteria a dolci pendenze e il meno possibile elevata sul livello del mare.

A canto alle ragioni testé svolte vengono a schierarsi ragioni d’ordine strategico.

In una guerra contro un nemico proveniente dalle Alpi occidentali, la ferrovia fra la piazza di Genova, primo porto del Regno, e la posizione strategica di Piacenza-Stradella sul Po, riesce col progetto per Bisagno, Fontanabuona e Trebbia una via di comunicazione interamente coperta dalle offese da ponente, donde esclusivamente possono venire.

Invece col progetto per Casella la linea si espone a quelle offese nell’alta valle di Scrivia aperta a ponente.

Inoltre le medesime ragioni di traffico, che, a causa della altitudine del suo punto culminante e quindi delle forti spese di trazione, fanno escludere il tracciato per Casella come grande arteria commerciale, militano per escluderla altresì come linea strategica; perchè i grandi e rapidi movimenti di truppe in guerra guerreggiata richieggono grossi e rapidi treni; richieggono quindi la minore possibile elevatezza della linea.

Escluso così un tracciato che non risponde alle esigenze di una grande arteria, commerciale e militare, escluso quello antico dell’Ingegnere Soldati, che, oltre alle forti pendenze (25‰), entrava esso pure nell’alta valle di Scrivia, presen-