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90 eloisa battaglini


si riferisce a persone non comuni, può avere il suo valore. Mi trovavo in villeggiatura con una coppia di sposi, miei amici carissimi.

Il marito è persona d’ingegno che si è fatto col lavoro una bella posizione; lei è donna intelligente e colta.

Sono uniti da profondo affetto; hanno il massimo rispetto l’uno per l’altro. Un matrimonio dunque eccezionalmente ben riuscito. Si discute su argomenti banali, che non possono quindi sovraeccitare e togliere il necessario equilibrio. Ad un tratto il marito volto alla moglie esce in questa frase testuale. «Quando io dico una cosa, anche se sbagliata, non deve esserlo per te». Confesso che mi venne da ridere; ma qual non fu la mia sorpresa, quando vidi quella dolcissima donna chinare il capo gentilmente e rispondere «È troppo giusto».

E il peggio si è che era proprio convinta che questo annientamento di sè costituisse uno dei capisaldi del suo dovere coniugale.

Sembra chiaro che in questo soffocamento della personalità femminile va ricercata la ragione per cui la donna non ha dato finora nel campo intellettuale tutto quello che avrebbe potuto dare. Essa è stata finora un’ombra. Lasciate che giunga ad essere una creatura viva, che goda, che soffra, che vibri in una sua esistenza indipendente e personale; allora solo si saprà se e di che cosa sia capace. E non temete. Il tempo farà giustizia di noi se avremo troppo osato. Ma torniamo alle ragioni per le quali il lavoro femminile è ostacolato come elemento della vita normale. Le ragioni economiche. Si ritiene che gl’interessi femminili siano in antagonismo con i maschili e che la donna sia di troppo nella produzione del lavoro. Giannina Franciosi nella prolusione a questo nostro ciclo di conferen­-