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il suo quindicesimo anno, deve insultarla e batterla. Presso altre nazioni la donna può essere cambiata, venduta, permutata a piacere del marito, anche uccisa e mangiata s’egli crede farne un buon piatto (1)

Eccettuata qualche tribù, in cui i Sechems aprono i loro consìgli alle matrone, l’oppressione della donna è consacrata da vecchi costumi. Presso altre tribù, alla nascita d’un bambino, il marito si corica come colpito da grande sventura. Il neonato e l’intiera casa sono sottomessi ad una gran purificazione. Altrove, ai primi sintomi di fecondità, la donna è condotta con lugubre cerimoniale al mare, e durante il tragitto piovono sopra di lei l’arena ed il fango, immondizie ed imprecazioni, E cotali costumi con poche varianti sono comuni alle due Americhe (2). La licenza dei costumi, e la libidine di dominio, consacrano e mantengono attraverso ai secoli l’oppressione della donna; ed il nostro secolo istesso è testimonio degli sforzi ripetuti e talora infruttuosi, coi quali la invadente civilizione tenta assottigliare quello scettro di cui l’uomo abusò tanto.

E che l’uomo più vicino alla natura sia il più dissoluto ed il più tiranno, e che la schiavitù della donna sia voluta dalle sue brutte passioni, tutta la storia dell’umanità lo prova, dal selvaggio, che insegue la donna fuggitiva nei boschi e poi l’abbandona feconda, fino all’orientale poliga-

  1. Presso gli Schiavati, secondo rapporto d’un missionario, od marito malcontento della scienza cucinaria di sua moglie, la uccise e la serri a’ suoi amici in un banchetto per compensarsi, diceva, con quella vivanda recatagli dalla sua inabilità per la cucina.
  2. ROSELLY DE LORGUE. — La Mort avant l’homme, pag. 123, 124, 125, 126, 127, 128.