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femme qui se noie, è praticato dagli indiani con una bonomia men fina, ma più vera di quella di Giovanni Lafontaine. Nelle improvvise innondazioni del Nilo, essi si occupano dapprima dei loro armenti, poi dei bambini, quindi dei vecchi, e finalmente, e dopo tutto, si ricordano delle donne.
Agli Stati Uniti, all’epoca in cui gli inviati dei popoli che comprono ogni anno coi presentì la lor libertà, fanno ritorno ai nomadi penati, una folla di piroscafi risalgono il fiume maestoso. Gli uomini fumano pacificamente nel fondo delli schifi la loro pipa, e le donne, oppresse dalla fatica, tirano le barche colle corde; e nelle ore di sosta, stendono le reti e gli altri utensili da pesca, tagliano legna, prendono cura dei bambini, e preparano il pranzo agli oziosi mariti e li servono in tutto (1).
Attraverso le vergini foreste gemono dolori secolari. I dolori della donna vi si moltiplicano più che le sue gravidanze, più che i peli delle sue palpebre sì sovente bagnati di lagrime. — Presso i Mohawkse, e generalmente nelle tribù dei cacciatori, la donna deve cercare e portare come un cane la caccia fatta dal marito, che crederebbe offendere la sua dignità caricandola sulle proprie spalle. Sia questa un capriolo, un orso, un cinghiale, la donna, coll’aiuto delle sue vicine soccombenti sotto il peso, lo trascina dalla foresta alla casa, dove riposa pacifico il padrone. Il disprezzo per la donna è tale che l’atto di emancipazione del figlio si constata sul volto o sul dorso della madre. Il giorno in cui conta
- ↑ Ciò accade tatti gli anni alla presenza d’una folla d’Europei, i quali non hanno mai tentato una parola a favore di quelle infelici.