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firma le sentenze di morte ai sovrani per la grazia di Dio; il Dio che scerne i Paria dalle nobili caste; sdegna gli Iloti e predilige i forti e li avventurati; il Dio che dei mali dell’uomo s’allieta, e suprema virtù ne esige di una inerte rassegnazione, nè la lotta generosa gli permette contro un male che può vincersi.

Questi è il Dio formidabile e capriccioso che gli uomini hanno escogitato tutto simile a loro: troppo simile, perchè una ragione vergine da errori preconcetti possa accettarlo seriamente.

Meno l’uomo è civilizzato e più il terrore agisce sulle sue fibre, e più presta egli spontaneo e profondo il suo culto alla forza, si manifesti pur essa colle forme ’dell’arbitrio, dell’ingiustizia e della crudeltà. Forzato egli dalla ragione ad attribuire a Dio una potenza assoluta, giudicandolo da sè non credette potesse Egli non abusarne, donde filtrò nell’anima sua lo indicibile terrore di trovarsi inerme nelle mani di un Onnipotente, giuoco de’ suoi capricci da niuna legge determinati.

Servi d’un Dio crudele e terribile, gli uomini si fanno a loro volta feroci e sanguinarli. A placare la sdegnata deità Omerica, ecco sotto la scure la vergine Polissena; le torve divinità di Cartagine trovano voluttuoso orrendo pasto nelle morbide carni degli arsi bambini; l’ebreo popolo a niuno perdona per onorar Dio, che punisce fin la pietà; il religioso terrorismo dell’Evo Medio accende i roghi in tutta la cristianità, il moderno consacra l’oppressione e vieta agli uomini di togliersi ai mali che li premono.

Questo funesto errore contaminò tutti i popoli e tutte le religioni, talchè non puossi meglio questo culto che quello accagionarne; tutti ne furono infetti, perchè nel tristo animo umano si giace ingenito il selvatico istinto della tirannia.