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rante nell’azione, tanto che, ciò considerando, un filosofo ebbe a dirsi, che la donna pensa, ragiona e decide col cuore, sentenza che, se per avventura un cotal poca speciosa e non certo matematicamente esatta, non arriva certo ad offenderci, per quanto poco caso sembra farsi della nostra potenza intellettiva.
Ma posta per un istante questa ipotesi, che vi fosse un’atea fra voi che mi leggete, io non farò che riportarvi ai semplici ed elementari raziocinii che vi facevo negli esordii di questo capitolo, sondo la verità religiosa di tal natura a non esigere lunghe disquisizioni, nè raffinate teorie.
Aprite gli occhi e vedete succedersi da tanti secoli il giorno e la notte, alternarsi con ordine eterno le stagioni, ripetersi senza fine dalla stessa causa gli effetti stessi; studiate i diversi climi co’ loro diversi generi di vegetazione, colle diverse specie d’animali, investigatene l’ordine e le ragioni; studiate le scienze esatte coi loro infallibili assiomi: misurate nelle scienze speculative la potenza d’astrazione dell’umana intelligenza procedente con ordine invariabile di premessa in conseguenza e giunta con assiduo lavoro all’attual civiltà; vedete nella storia la logica dei fatti, sempre generati ed a lor volta generatori con ordine sì indeclinabile da non essere impossibile la profezia; nelle arti estetiche cercate le ragioni del bello, che tanto ci affascina lo spirito ed i sensi vellica sì piacevolmente, e voi le troverete e le riprodurrete subordinando l’azione vostra a regole ed a linee.
Se quest’opera permanente, logica, ordinata, ch’è la creazione colle sue forze agenti sotto leggi invariabili, vi sembra lealmente l’opera delle combinazioni, allora vi chiederò con La Bruyère che cos’è l’ordine? che cos’è la regola? Qualunque ipotesi si faccia l’uomo per giungere a spiegarsi questo