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È assai possibile che il debole intelletto non abbia saputo, neppur dallo assiduo e pertinacie studio di grandi autori, estrarre il vero, ed è ancor più possibile che la insufficienza della dialettica’, e la poca facondia del dire, mi facciano irremissibilmente impotente a persuadere; ma mi resterà pur sempre chiaro e confortante testimonio la coscienza di avere, con ogni calma dello Spiritò e lealtà d’intelletto cercato il vero, e la mia fatica rivolta a presentarlo altrui, senza spirito di fazione, senza sistema preconcetto, senza fine secondo. E la donna, alla quale io parlo, accolga i miei sforzi con quella benevolenza che, se poco è meritata dallo intrinseco della mia fatica, libri sarà certo sciupata invano dal buon volere, che mi ho, di porgere al mio sesso la sempre utile comunione delle idee.
Essendo più pratico che teorico lo assunto mio, ed essendo io in ben altra situazione che quella d’un salerò oratore, il quale, od in un tempio di cattolici parli, o sermoneggi in una adunanza di fratelli, od il Cofano commenti in una Moschea, sempre sa di parlare a chi Come lui crede e sente, ed è già con esso lui d’accordo prima che parli, non mi è permesso saltare a piè pari nell’argomento, ma dobbiamo prima fondare di comune accordo le premesse.
Non si tratta per me di persuadere ad altrui le Convinzioni mie; non intendendo fare nè polemiche nè controversie. Io parlo alla donna d’ogni paese, ma specialmente italiana, e parlo alte alla indipendente ragione, al suo libero intelletto, per cui, a partire da basi concordi ed a meglio comprenderci, dal fatto partiremo e dallo assioma.
La religione, metafisicamente considerate, è il sentimento innato della divinità. Essa fu siccome tale sentita da tutti i popoli e da tutti i tempi; e che ciò sia stato, lo provano gli innumerevoli