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donna; oltreché le è perfettamente superflua, la rende inamabile, e la spoglia della semplicità che è il supremo de’ suoi pregi; la morale, le si predica, certo è buona cosa, anzi necessaria, ma la donna ha la norma della sua morale nella pubblica opinione. I criterii assoluti non sono pel suo cervello, è troppo debole per affidarglisi, e dietro il giudizio altrui ella deve solo condursi; per cui eccone le conseguenze. Per la donna brillante la morale diventa la moda, per la divota il giudizio del confessore e d’ogni uomo che porti tonaca, per la buona moglie ogni fantasia del marito, per la fanciulla gli usi locali; e così facendo la donna, non fa che la logica applicazione delle apprese dottrine.

Non vi stupisca più il vederla sì spesso errare ne’ suoi giudizii, non vi meravigli l’indefessa assiduità colla quale attende ai gravi studii della toilette, non vi sorprenda l’eccessiva sua tendenza


«D’investigar di ciaschedun le oscure
Galanti storiette e le avventure».


Il desiderio di sapere, la necessità di trovare ai suoi parlari un argomento, le ha fatto far questa cattiva scelta; non dite più che lo spirito femminile diffetta di solidità ed è insufficiente a massiccio ed esatto raziocinio. — La donna, così essendo, è perfettamente logica; e se alcunché mi meraviglia è ch’ella non sia assai peggiore, vedendola assai generalmente conservare, in mezzo a tanta viziatura di principii, l’intima bontà del cuore.

Forse da taluno si dirà, che l’opinione non deve assolutamente superarsi; chè indizio di sommo orgoglio o di perduta verecondia è lo anteporre il giudizio nostro individuale al collettivo criterio delle masse, e lo affrontar saldi ed imperterriti il biasimo di tutti: e fortificati dalla vene-