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rien serait que plus propre à devenir sanante, ou qu'une femme savante, n’etant telle, que pance qu’elle a reussi a vaincre beaucoup de défauts nen est que plus sage».
Ora, questi concetti nati sotto la penna d’un uomo che, avendo battuto inesorabilmente coll’arma severa ed acre del ridicolo i difetti femminili, non può certo sospettarsi di galanteria, ci dicono che la donna, che in diversi aspetti supera l’uomo, gli cede in questo, per mollezza di volontà, che per lo più non sa vincere, per una leggierezza di tendenze, che non sa domare, per una certa atonia dello spirito che la fa schifa d’ogni tensione. Ecco i capi d’accusa che La Bruyère porta contro la natura femminile; ma a torto io credo sulla sua natura, e piuttosto sul sistema d’educazione che le fu sempre applicato, per cui gli uomini che «sont heureux que les femmes qui les doc minent par tant d’endroits aient sur eux cet avantage de moins,» cambieranno, lo spero, con rassegnazione, questa felicità, con quella d’aversi nella donna, anche dal lato dello spirito, un aiuto convenevole, come si esprime la Genesi, e che possa supplire ed aggiungere alle esterne attrattive colle imperiture doti dell’anima e dell’intelligenza.
E che piuttosto che alla femminile natura, a vizio d’educazione debba attribuirsi la poca tendenza della donna ai gravi studi ed alle utili occupazioni, appare evidente e dal precoce sviluppo delle fanciulle, e dalla vivacità e finezza del loro spirito, e dalla loro pronta percezione, e dalla attenzione che da loro prestasi all’insegnamento. Un fatto costante, generale, da potersi da chiunque constatare come noi ne fummo testimonii in diverse scuole elementari, è la molta maggior capacità che rilevasi nelle fanciulle a preferenza dei ragazzi, e il maggior amore allo studio accoppiato