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Esclusa dal sapere, la donna, rimaneva esclusa eziandio dal potere; ed eccola ridotta a passività assoluta, cosa e non essere, di maggiore o minor valore relativo, di nessun valore intrinseco, orba d’ogni coscienza di sè, ch’è la prima ragione d’ogni forza.

Sostituitosi, collo stabilimento del cristianesimo, il regno della intelligenza a quello della forza bruta, la donna divenne strumento tuttora vitale e poderoso alla politica sacerdotale.

I religiosi terrori, certi affetti artificiali, specie di aberrazioni, di sovreccitazioni nervose, ibride creazioni del misticismo, furono allora poste in opera dai ministri di religione per averla piedi e mani legate, cieco e docile strumento ad ogni esorbitanza. E, per mezzo suo. Stati e famiglie poste a soqquadro, fatalmente compromessi e scalzati dalle radici rimangono nella storia a documento imperituro del quanto siano funeste la ignoranza e la morale passività nella donna.

E sgraziatamente eravamo al punto in cui questa ignoranza e passività, non più un puro fatto era, ma era sistema. L’uomo avea riescito a convincerla non esserle lecito formare il minimo criterio, nè possibile formarne alcuno assennato, in base a che, avea ella abbandonato ogni studio siccome a lei improba quanto vana fatica; e questa estrema risultanza dello egoismo d’un sesso e dell’ignoranza dell’altro, diveniva alfine la pubblica opinione, assicurando al primo un tranquillo dominio.

Ma ecco ai nostri tempi sorgere col programma di tutte le possibili libertà anche alla donna un’êra novella, ed in mezzo ad assennate e serie riforme affacciarsi le umoristiche esorbitanze inseparabili da ogni epoca di transizione; e tornar in campo, sublime per idealismo siccome venerata per vetustà di concetto, la Re-