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l’operaia che l'ordisce; qual differenza, vedete voi fra questi, di funzione, di prodotto, di valor personale? Perchè dunque la ballerina, la virtuosa, la modista, la merciaia, la fantesca, la contadina e l’operaia aver non possono i diritti che si stimano ragionevolissimi e competentissimi al ballerino, al virtuoso, al sarto, al merciaio, allo spazzino, al bifolco ed all’operaio?

Se sulle funzioni, sul prodotto, sul valor personale fosse basato il diritto, ancora non potrebbesi, senza inconseguenza ed ingiustizia, escluderne la donna, che funziona, produce, e rappresenta un valore, come madre, come industriale, come proprietaria. Ma sopra tutto ciò, non è, non fu basato il diritto.

Il diritto è fondato sulla facoltà riconosciuta propria di una data natura; come tale ogni essere d’ogni specie ha diritti suoi proprii.

Nell’essere umano, se la facoltà non è sviluppata, ciò non può essere che per un difetto intrinseco, o per un difetto estrinseco.

Se il difetto è intrinseco, l’individuo è malato, la sua iususcettibilità sia organica, sia accidentale, è una anomalia che nulla toglie al principio del diritto. S’egli non avrà coscienza o potenza d’esercitare il suo diritto, egli non pur cercherà di farlo. Così niuno crederebbe doversi spogliare de’ suoi diritti civili l’alienato di mente. Egli non incorre di fatto che nella sospensione del suo esercizio.

Od il difetto è estrinseco, e l’individuo è allora vittima del cattivo mezzo nel quale ha vissuto: dei provvedimenti che la società, o le persone della natura, o dalla legge delegate, non hanno prese per svilupparlo. Anche in questo caso, benché di fatto egli non sappia esercitarlo, l’anomalia nulla può detrarre al principio generale del diritto.