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Fin qui Beccaria, e noi facendo plauso alla sua equità aggiungiamo, che una legislazione, che non considera a cittadini tutti indipendentemente ed egualmente i membri della sua società, e non garantisce a ciascuno i mezzi di perfezionamento e la libera autonomia, perde il diritto al rispetto ed alla obbedienza, e dove punisce non esercita, che una fredda violenza; poiché non l’uomo è fatto per la legge, ma la legge è fatta per l’uomo, e dove ella non raggiunge il suo bene ed il suo meglio non ha nessuna ragione d’esistere.

Se la legge vuol essere amata ed obbedita, è duopo sia tale che ogni cittadino d’ogni età, d’ogni condizione, d’ogni sesso, vi trovi il suo conto, e l’affermazione d’ogni giusta libertà, d’ogni onesto diritto; è duopo ch’ella non crei neppure alla metà della umana popolazione una condizione, che assomiglia forte a tutte quelle dalle quali le nazioni col sangue si sono sottratte.

La donna che, con sagrificio d’oro e di figli, con tanta forza d’entusiasmo e di devozione, si è associata nell’opera della politica redenzione, non può certo tollerare per altri secoli la sua servitù personale. Ella sente che tutte le libertà e tutti i diritti si danno fraternamente la mano, epperò come propugnando la libertà della nazione mostrava di sentire il principio della libertà e di esser matura alla propria, deve ora, ad essere coerente e logica, rivendicarla, non potendo lo spirito pubblico non degenerare se non in quanto lo fortifichi il privato.





Dovendo, siccome abbiamo visto, consonare l’organismo politico coll’organismo interno della famiglia ad unificare negli uomini il principio della giustizia, vediamo ora come ciò avvenga ai no-